Una tradizione contemporanea
Bitossi è uno dei brand più importanti e conosciuti nel mondo della ceramica e del design italiano. Ma è anche il cognome di una famiglia documentata fin dal 1536 a Montelupo Fiorentino, luogo di antica tradizione ceramica a pochi chilometri dalla città di Firenze.

Fornaciai, scultori e pittori, nel Novecento i Bitossi sono artefici di uno straordinario rinnovamento stilistico e formale. È Guido Bitossi a fondare, nel 1921, la manifattura “Maioliche artistiche Guido Bitossi” e Aldo Londi, suo direttore artistico dal 1946 al 1976 e instancabile sperimentatore, a imprimere la svolta contemporanea.
Già a metà degli anni Cinquanta, Londi collabora con Ettore Sottsass, il geniale fondatore del movimento Memphis che a Milano sta mettendo in discussione le estetiche, i materiali e le modalità di produzione dell’industrial design dell’epoca. Le sue collezioni, caratterizzate dallo sperimentalismo che distingue Bitossi ancora oggi, apriranno un nuovo capitolo nella storia dell’arte ceramica.
Situata tuttora nella sede storica del 1929 e guidata da Ginevra Bocini, quarta generazione della famiglia, Bitossi rappresenta oggi il punto d’incontro fra tradizione e contemporaneità. Una posizione peculiare, che nasce dal dialogo con alcuni dei più brillanti designer contemporanei.
Nelle loro collezioni, progettisti del calibro di Max Lamb, Andrea Trimarchi e Simone Farresin di Formafantasma, il duo Muller Van Severen, Patricia Urquiola, Nathalie du Pasquier e Faye Toogood imprimono alla ceramica forme e significati nuovi, in un’incessante ricerca di equilibrio tra saper fare, innovazione e ricerca.
Saper fare artigianale
Ogni opera d’arte ceramica di Bitossi è frutto di un processo di lavoro artigianale molto complesso, sia nella parte formale che in quella decorativa, realizzato all’interno della manifattura da personale altamente specializzato, a partire da materie prime diverse: terra bianca o rossa, smalti, cristalline e fondenti.
